Qualche giorno fa ho scoperto dal mio fruttivendolo che esistono i cavolfiori arancioni. Forse, come nutrizionista, avrei dovuto esserne a conoscenza, ma, a quanto pare, c’è sempre qualcosa da imparare. E allora mi sono documentata, un po’ per me e un po’ per voi.
Circa 40 anni fa, un contadino canadese trovò un cavolfiore arancione in mezzo a una coltivazione di cavoli bianchi. Da allora, grazie ad una serie di incroci, si è ottenuta una varietà stabile di cavolfiore arancione che è stata poi introdotta nel mercato. Recentemente si è scoperto che questa particolare colorazione è il risultato di una mutazione genetica spontanea (quindi niente a che vedere con gli OGM) che permette all’ortaggio di trattenere una maggiore quantità di beta-caroteni.
Qualche tempo fa, abbiamo pubblicato un post che parlava delle virtù di tutti gli ortaggi appartenenti alla famiglia delle crucifere (ovvero cavoli, broccoli, verze, etc.). In particolare ricordiamo l’effetto antiossidante, utile nella prevenzione di alcuni tipi di tumori. Anche il cavolo arancione possiede le qualità delle altre crucifere, ma con una marcia in più: essendo ricco in beta-caroteni, precursori della vitamina A, ne possiede una quantità 25 volte maggiore rispetto a quelli bianchi. La vitamina A è ottima per la vista, la pelle, le ossa e il sistema immunitario. Gli alimenti ricchi di carotenoidi rientrano nei “protective smartfood“, come spiegato nel libro della “dieta Smartfood”. Il ruolo protettivo in questo caso è dovuto al potere di contrastare l’invecchiamento cellulare , pilastro nella prevenzione di fattori di rischio per le malattie dell’apparato circolatorio e probabilmente per i tumori.
Una volta cotto il suo colore vira al giallo e il sapore è esattamente identico a quello dei cavolfiori bianchi (e anche l’odore!).
4 Commenti
…quindi tutte ricette con cavolfiore crudo altrimenti la vitamine A con il calore…si degrada! Aspettiamo! Grazie! Cristina
Cara collega Cristina, i miei "cassettini" della memoria mi portavano a ricordare che, per quello che riguarda i beta-caroteni, la cottura addirittura ne migliora l'assorbimento (e così avviene anche per il licopene del pomodoro, importante per la prevenzione del cancro alla prostata). Ho comunque fatto una ricerchina in rete e ho trovato questo http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/06/10/crudo-non-e-sempre-meglio/
Leggilo perché è molto interessante!
Ti ringrazio perché mi dai sempre stimoli per approfondire la mia cultura! Alla prossima
Bellissimo articolo davvero, davvero interessante. Sono abbonata da anni a Le Scienze e ne consiglio sempre la lettura ai miei studenti, Grazie come sempre!!!!!!! Cristina
prego Cristina, è un piacere!